Le Scienze giuridiche ed economiche oggi: le statistiche ufficiali del MIUR

 

“L’insegnamento del Diritto e dell’Economia politica come disciplina curricolare può essere considerata una grande opportunità per la Scuola italiana. Analizzando invece i dati forniti dall’Ufficio statistica e studi del MIUR sembra che in Viale Trastevere la pensino in modo del tutto opposto e soprattutto vi è chi ritiene ancora che l’analfabetismo giuridico ed economico non sia un gravissimo problema, o che comunque non se ne debba occupare la scuola italiana. La battaglia di APIDGE, l’Associazione professionale degli insegnanti di Scienze giuridiche ed economiche,  rimane intanto quella di assicurare la presenza di un docente di Diritto e di Economia politica in tutte le scuole di ogni ordine e grado, garantendo – a costo zero – un autentico presidio di cultura della legalità su tutto il territorio nazionale”. Questa l’indicazione programmatica espressa dal Presidente Ezio Sina alla luce dell’ultimo rilevamento dei dati relativi all’insegnamento delle Scienze giuridiche ed economiche nelle scuole in Italia che riportiamo.

 

APIDGE sottolinea come nell’anno scolastico 2017/2018 nelle 12645 scuole di primo e di secondo grado attive in Italia, su un totale di 4.270.854 alunni, appena 1.570.535 di essi sono stati coinvolti in programmi curricolari di Diritto ed Economia politica. Una statistica che coincide quasi perfettamente con le rilevazioni di analfabetismo giuridico evidenziate nel Rapporto Trelle del 2016 e dei Rapporti annuali Almadiploma.

I tanti studenti delle scuole medie e quelli dei licei che si lamentano delle loro carenze in materia trovano pieno riscontro dai dati forniti dal MIUR.

Una rilevazione che sancisce, senza equivoci, il sostanziale fallimento delle politiche scolastiche che affidano questo indispensabile bagaglio culturale unicamente allo studio di Cittadinanza e Costituzione, una disciplina affidata a docenti non specialistici, o peggio a soggetti esterni all’amministrazione scolastica.

 

 

Eppure in Italia sono presenti e regolarmente pagati 15.847 insegnanti abilitati in di Scienze giuridiche ed economiche (classe di concorso A046) che l’Amministrazione utilizza spesso in modo improprio o senza precisi compiti didattici. Soltanto 11.362 di essi risultano “titolari” di posto comune, taluni impiegati in attività di insegnamento, altri spesso distribuiti in attività di “potenziamento dell’organico dell’autonomia delle scuole”, distribuiti in modo alquanto discrezionale ad occuparsi di varie attività organizzate dalle singole scuole, supplenze brevi in primis. Per molti di loro invece, ormai in posizione di soprannumero,  non rimane altro che mettersi a studiare nuove discipline ed essere utilizzati ne in parte alle attività di sostegno degli alunni con disabilità (4.485 docenti).

 

 

Si tratta di dati ufficiali che confermano come la “Riforma Gelmini” e i recenti decreti applicativi della “Buona scuola”abbiano fortissimamente penalizzato l’insegnamento del Diritto e dell’Economia politica nelle scuole italiane, e come l’alfabetizzazione giuridica ed economica dei futuri cittadini debba ridursi al rango di disciplina trasversale agli altri insegnamenti .  Così, in una scuola sempre più votata alle progettazioni speciali, le Scienze giuridiche ed economiche vengono assorbite nei ranghi dell’ambito storico-geografico, perdendo in tante scuole il rango di disciplina specialistica.

Eppure la legge 13 luglio 2015, n.107 “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”  aveva dedicato una nuova e significativa attenzione allo studio del Diritto e dell’Economia politica, anche al fine di assicurare un’offerta formativa più ricca e flessibile per gli studenti e per utilizzare al meglio le figure di potenziamento dell’organico delle istituzioni scolastiche previste dalla stessa legge.

Nota APIDGE del 12 giugno 2018

Sono tante, troppe, oggi le scuole in cui non viene assicurato lo studio sistematico del Diritto e dell’Economia politica, mentre gli Uffici centrali del MIUR continuano a siglare intese, convenzioni, accordi programmatici con tanti enti e soggetti esterni all’Amministrazione che si improvvisano insegnanti e giungono anche a certificare agli studenti improbabili competenze e abilità giuridiche ed economiche.

In sede di approvazione della legge sulla Buona Scuola, l’ordine del giorno n.9/02994-B/003, accolto come raccomandazione dal Governo, nella persona del Ministro Giannini, “si raccomanda che venga assicurata ad ogni scuola la presenza di un docente di Discipline giuridiche ed economiche”. puntualmente disattesa anche sotto il profilo di assicurare a tutti, proprio tutti gli studenti, almeno quella minima forma di alfabetizzazione giuridica che caratterizza la disciplina Cittadinanza e Costituzione.

In previsione di una sempre più attesa revisione dei curricoli, APIDGE sostiene tutte le iniziative normative  che riservino all’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione il giusto rilievo civile politico e formativo a vantaggio delle future generazioni, anche alla luce della profonda crisi di valori che sta colpendo le nuove generazioni; il tutto per una coscienza critica rivolta alle grandi sfide poste dalla contemporaneità.

Questa straordinaria domanda di legalità anche nelle stesse scuole, mette l’Amministrazione scolastica di fronte alla necessità  di utilizzare al meglio gli insegnanti di Scienze giuridiche ed economiche di cui dispone:  riteniamo opportuno, in sede di mobilità del personale scolastico, che già da subito, in tutte le scuole, venga assicurato l’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione da parte degli insegnanti abilitati in Scienze giuridiche ed economiche garantendo, a costi invariati, la presenza di un docente di Diritto ed Economia in ogni scuola.