Cittadinanza e Costituzione. Programmazione

La conoscenza dell’organizzazione della società antica e moderna, del funzionamento degli istituti politici-giurisdizionali nazionali e internazionali, della struttura e del funzionamento dei sistemi economici sono alla base della costruzione di un percorso didattico e di una programmazione volta a favorire lo sviluppo della persona come uomo e cittadino in un sistema di regole fondato sul riconoscimento dei diritti e doveri, volto a sviluppare la coscienza di socializzazione civile e politica (DPR 15/03/2010).

programmazione cittadinanza e costituzione

L’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione, affidato ai docenti di Diritto ed economia, costituisce il completamento e l’arricchimento della educazione della convivenza civile che diventa educazione alla cittadinanza, al vivere insieme cioè in modo sempre più organizzato secondo la regolamentazione giuridica del Paese di appartenenza.

PRIMO ANNO

CITTADINANZA E COSTITUZIONE programmazione

Lo studio delle diverse forme che lo Stato ha assunto nel corso della storia, viene fatto in modo da seguire il lungo percorso di sviluppo della cittadinanza, dall’antichità fin dopo la Rivoluzione francese. Prima dell’età delle rivoluzioni, il concetto di cittadinanza implica quello di esclusione, non tutti gli individui possono essere cittadini, le differenze escludono un’ampia parte di popolazione dal titolo di cittadino. Dal mondo greco a quello romano e medievale, il pensiero aristotelico segna il percorso del concetto di cittadinanza che procede insieme a quello di disuguaglianza.

Anche nel comune medievale il concetto di cittadinanza rappresenta la disuguaglianza. Con la nascita dello Stato moderno la cittadinanza inizia un percorso diverso, non significa più esclusione, ma implica sudditanza, si è cittadini solo perché sudditi del sovrano, il suddito deve obbedire al sovrano e in cambio riceve la sua protezione.

Il giusnaturalismo da solo non riesce a tracciare un moderno percorso della cittadinanza, occorreranno eventi rivoluzionari per seguire la frattura tra il concetto di cittadinanza nel mondo antico e nel mondo moderno. Le due rivoluzioni inglesi (1649 e 1689) segneranno la fine della sudditanza e la formulazione di una serie di diritti, libertà e prerogative

Anche se il processo per l’indipendenza delle tredici colonie americane porterà ad una trasformazione sociale dove è manifestamente tradotta l’eguaglianza delle condizioni, sarà la Rivoluzione francese a segnare l’inizio della storia moderna della cittadinanza e soprattutto a porre il problema fondamentale di trovare il modo per conciliare due concetti opposti, libertà e uguaglianza.

Gli avvenimenti rivoluzionari, i processi risorgimentali dell’ottocento, come quello italiano, preceduti dalle idee dell’Illuminismo, portano alla formazione dello Stato democratico dove il concetto di cittadinanza assume il significato di appartenenza e titolarità di diritti.

Accertare le competenze

Dopo aver selezionato gli argomenti da trattare, il docente stabilisce quali competenze disciplinari e quali competenze di cittadinanza dovranno essere acquisite dagli studenti (schede 2 e 3), predispone strumenti per monitorare costantemente la propria attività e quella degli studenti.

programmazione cittadinanza e costituzione

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Un aspetto fondamentale da tenere in considerazione nella programmazione di questo insegnamento per non ridurlo ad una materia scolastica chiusa, è che non c’è automatismo tra l’acquisizione delle conoscenze e la pratica esperienziale del potere, della responsabilità, della partecipazione. Pertanto la metodologia d’insegnamento adottata diventa rilevante ai fini dell’acquisizione delle competenze di cittadinanza, perché se da un lato è necessario mettere gli studenti in situazione, dall’altro bisogna considerare che, se gli obiettivi di cittadinanza possono essere condivisi da tutti, le pratiche possono essere molto eterogenee e creare difficoltà nel volerle mettere in relazione con l’insegnamento formale. Questo per evitare un probabile conflitto tra le aspettative del docente e i risultati dell’apprendimento esperienziale.

Un esempio di attività esperienziale può essere l’elezione dei rappresentanti di classe degli studenti, attività questa che consente di mettere in pratica l’esercizio dei diritti e dei doveri dentro la scuola e può essere anche un’azione che il docente può rendere un’Esperienza di Apprendimento Mediato (Feuerstein, 2006).

Il docente seleziona le informazioni da trasmettere agli studenti e, nel momento dell’impatto della trasmissione, arricchisce l’interazione tra sé e gli studenti di qualità considerate universali: intenzionalità, reciprocità e trascendenza, perché senza la loro presenza non si verifica un’interazione mediativa.

Il docente spiega le regole e le procedure da seguire per eleggere i rappresentanti di classe degli studenti fornendo conoscenze ed esperienze che da soli non otterrebbero, perché riduce l’ampiezza degli stimoli, la rilevanza, la frequenza degli stimoli di cui fanno esperienza diretta gli studenti. “Voglio che ascoltiate attentamente quello che vi sto dicendo…..” Tutto questo lo fa con l’intenzione di trasmettere strategie, soluzioni, modelli di apprendimento generalizzabili ad altri stimoli. L’intenzione deve essere trasmessa in modo forte e chiaro per generare reciprocità, vale a dire per suscitare le reazioni degli studenti ai contenuti e al processo dell’interazione.

IL docente, in tal senso, può coinvolgere gli studenti nella sua esperienza di membro componente di un organo collegiale, in modo da renderli più attenti e consapevoli di quello che viene fatto, di come e perché viene fatto e quindi più disponibili e aperti all’esperienza diretta.

A questo punto è fondamentale che il docente continui a rendere la lezione un’interazione piacevole e non solo una lezione sistematica, deve aiutare gli studenti a creare una serie di comportamenti non correlati con i bisogni primari dell’esperienza immediata, ma che portino al di là di ciò che vivono nello spazio e nel tempo. La mediazione della trascendenza porta gli studenti oltre il “qui e ora“, amplia il loro repertorio cognitivo perché intravedono, nell’esperienza che stanno facendo, la possibilità di una prospettiva più ampia, la possibilità di avere uno schema di riferimento in cui gli stessi oggetti possono essere considerati in modo diverso.

Il docente porta a considerare gli studenti che da questa prima fase è possibile poi accedere alle elezioni dei rappresentanti degli alunni nel Consiglio di Istituto , nell’Organo di garanzia e nella Consulta.

Portare gli studenti oltre gli obiettivi primari dell’interazione mediata vuol dire creare una maggiore apertura mentale, una maggiore disponibilità alla flessibilità e ad accettare uno stato di cambiamento.

SECONDO ANNO

Nel secondo anno del primo biennio superiore lo studio della costituzione italiana consente di progettare un percorso didattico di approfondimento dei principi e dei valori che fondano la cittadinanza analizzando gli articoli 1, 2, 3, 10, 24, 113, che si riferiscono a temi precisi: la democrazia costituzionale rappresentativa, i diritti umani, i valori della convivenza democratica: uguaglianza, libertà e solidarietà, la costruzione del senso di legalità.

PROGRAMMAZIONE cittadinanza e costituzione

Le competenze come sapere agito

L’esempio dato di programmazione del percorso didattico di Cittadinanza e Costituzione, può essere arricchito nella fase operativa,dall’uso di una metodologia di apprendimento collaborativo per creare itinerari di cittadinanza attiva e da una visita presso il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) per favorire un ruolo attivo e consapevole degli studenti. Queste attività, infatti, contribuiscono a porre l’attenzione del docente non solo sul che cosa gli studenti devono sapere, ma anche sul come gli studenti apprendono, imparano a pensare, mettono in atto le loro strategie e interagiscono con la realtà.

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Le attività

Per costruire una buona cittadinanza come prevede l’articolo 2 della Costituzione, che richiede l’adempimento dei doveri di solidarietà politica, economica e sociale, è necessario praticare una solidarietà attiva e renderla una pratica sociale basata sulla partecipazione alla vita pubblica. A questo scopo è necessario però avere chiaro il concetto di solidarietà attiva e di solidarietà passiva.

La solidarietà passiva agisce sugli effetti e non sulle cause dei bisogni, come raccogliere fondi per i più bisognosi, mentre la cittadinanza attiva agisce per rimuovere le cause della povertà.

La solidarietà passiva parte dal bisogno, la solidarietà attiva agisce per eliminare il bisogno. Quello che nell’Ottocento era chiamato beneficienza e, in tempi più recenti, volontariato, rappresenta una forma di intervento a sostegno delle lesioni dei diritti umani che per quanto encomiabili e addirittura necessari, non riescono però ad eliminare i bisogni, perché incidono sugli effetti e non sulle cause. Se c’è la volontà di eliminare le cause della sofferenza, della povertà, della disuguaglianza …… bisogna andare oltre il solo aiuto e passare alla proposta.

Il docente dopo aver chiarito il concetto di solidarietà, spiega agli studenti che adempiere ai propri doveri di solidarietà, per svolgere attività di interesse generale, per partecipare alla vita pubblica, è necessario conoscere il territorio di appartenenza a cominciare dal Comune.

A tal fine, propone agli studenti di creare loro stessi la “Scuola della cittadinanza attiva” dove conoscere e far conoscere

  1. la Costituzione della Repubblica Italiana;
  2. il proprio Comune di appartenenza.

Il docente per svolgere questa attività utilizza il metodo dell’apprendimento collaborativo, vale a dire un approccio didattico che vede la sua centratura sull’aspetto dell’interazione cooperativa tra pari, perché, creare le condizioni che rendono il gruppo un moltiplicatore di apprendimento, significa produrre effetti significativi sul successo scolastico. In modo particolare, viene utilizzato il Jigsaw, una delle cinque tecniche di cooperazione che si colloca nello Student Team Learning, che, a sua volta, è una modalità di Cooperative Learning.Si tratta di una situazione di apprendimento fortemente strutturato e interdipendente, articolata in fasi, dove la cooperazione aiuta ad esercitare capacità di lettura, di comprensione, di discussione, di insegnamento, di ascolto.

L’organizzazione del lavoro da parte del docente prevede la scelta dei materiali di studio insieme agli studenti. La lunghezza dei testi deve essere tale da consentire di studiare l’argomento in 2 o 3 giorni, se il Comune di appartenenza è uno solo, la sua storia verrà ripartita in quattro argomenti-parte, se i Comuni di appartenenza sono più numerosi, ciascuno di essi costituirà un argomento-parte.

Il docente deve poi, organizzare la classe in gruppi eterogenei secondo le modalità dello STAD (Student Teams Achievement Divisions), predisporre le prove di verifica in itinere e le prove di valutazione finale, individuare le competenze di cittadinanza che gli studenti dovranno acquisire.

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Infine, predispone gli strumenti di osservazione che gli consentiranno di raccogliere le informazioni e di interpretarle allo scopo di valutare il livello di apprendimento raggiunto e di accertare il livello di competenze acquisite.

Il dover pianificare il proprio comportamento considerando varie alternative, vuol dire imparare a riflettere, per cui l’esperienza, che rende i risultati immediatamente visibili, favorisce il consolidarsi di comportamenti pianificati per applicare le regole di un sistema fondato sul riconoscimento dei diritti e doveri.

di Maria Teresa Sigari

(Docente di discipline giuridico-economiche nella scuola superiore, già Supervisore presso la SSIS Lazio, applicatrice e formatrice del Metodo Feuerstein, formatrice A.P.E.F.)

Cittadinanza e Costituzione. Programmazione_Maria Teresa Sigari

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