Lettera ad Apidge

 

 

Che anno scolastico si profila per i Docenti di Diritto e di Economia?

 

Pubblichiamo integralmente il testo della lettera inviata ad Apidge da un collega. Come lui, migliaia di insegnanti si apprestano a vivere un nuovo Anno Scolastico ancora costellato di incognite e di preoccupazioni.

Una testimonianza che consegneremo a tutti i nostri interlocutori politici e istituzionali prima di ogni incontro.

Un impegno, ma anche un importante segnale di professionalità e di democrazia per un’associazione che nel 2024 compie 10 anni.

 

 

Salve, sono un docente afferente alla classe di concorso A046 (Scienze giuridico-economiche), di ruolo dal 2020 e precedentemente precario annuale.
Vorrei condividere con i membri dell’associazione la riflessione su alcune questioni inerenti la situazione in cui versa attualmente la nostra classe di concorso e possibili prospettive future di rilancio.

Nel corso degli ultimi anni ogni riforma portata avanti ci ha visti penalizzati, riducendo progressivamente le ore di insegnamento della nostra disciplina nelle scuole.

Ci sono alcune problematiche da attenzionare:

1. La riforma del 2010 ci ha privato di molte ore di insegnamento negli istituti tecnici industriali (oggi istituti tecnologici) e professionali, mai ripristinate, nonostante ci siano pronunce del giudice amministrativo che dispongano il contrario. In alcuni indirizzi di istituti professionali sono state accorpate delle materie (come Diritto e legislazione socio-sanitaria) ad altre insegnate in precedenza dalla classe di concorso A045 e trasformate in classi di concorso ibride (con possibilità di attribuirne l’insegnamento anche alla classe di concorso A045. Nella maggior parte dei casi la scelta ricade su questa seconda opzione privando la nostra classe di concorso di ulteriori ore di insegnamento).

2. Attualmente si è in procinto di trasformare il Liceo delle scienze umane opzione economico-sociale in liceo del Made in Italy. Il liceo delle scienze umane opzione economico sociale va tutelato, è in costante crescita di iscrizioni e la riforma potrebbe mettere a rischio il nostro insegnamento nel triennio riducendo ulteriormente l’orario o trasformando la disciplina di insegnamento in altre non ancora ben identificate. Considero positiva la scelta di introdurre il nuovo liceo, ma è necessario mantenere il liceo economico-sociale. Occorre poi perseguire la strada dell’inserimento dell’insegnamento della nostra disciplina in tutti gli indirizzi di studio (soprattutto laddove non è prevista come nei Licei), per dare questa opportunità agli studenti (loro stessi la chiedono) di studiare una disciplina diventata attualmente imprescindibile per capire la complessità della società in cui viviamo e il funzionamento delle istituzioni nazionali ed europee.

3. L’applicazione della normativa sull’introduzione dell’insegnamento dell’Educazione Civica nelle scuole, nella maggior parte dei casi, ha generato confusione e molti colleghi semplicemente continuano a trattare argomenti delle loro lezioni sostituendo solamente la dicitura in Educazione Civica. Così non ha senso!!

4. Il sistema della mobilità in organico di diritto, così come formulato attualmente, penalizza in modo eccessivo i trasferimenti interprovinciali (riconoscendogli solo una percentuale molto bassa dei posti disponibili). Con la differenza del costo della vita che c’è nel nostro Paese tra Nord, Centro e Sud è molto difficile poter vivere dignitosamente al Nord con il nostro stipendio.

Queste sono solo alcune criticità che attualmente ci troviamo ad affrontare come insegnati di questa classe di concorso.

Ringrazio l’associazione Apidge per quello che sta facendo e per quello che ha fatto nel passato per tutelare e porre l’attenzione verso l’insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche nelle scuole.

Occorre andare avanti affinché le cose migliorino.

Cordialmente.   D.V. 》