Alternanza scuola-lavoro: partiamo bene!

ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO: I  TIMORI DI APIDGE

Contributo di Lorena Olivi, Apidge Marche

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La legge 107 del 13/07/2015 prevede, a decorrere dall’anno scolastico 2015-2016,  l’istituzione presso le Camere di Commercio, del Registro Nazionale per l’alternanza scuola – lavoro.

L’obiettivo è quello di favorire  tutte le scuole  secondarie di secondo grado, licei compresi, ad individuare il soggetto ospitante per i propri alunni, obbligati a svolgere nel secondo triennio  ore 200 (per licei) oppure ore 400 (per istituti tecnici e professionali) di alternanza scuola-lavoro

Dal  26 luglio 2016 il Registro Nazionale per l’Alternanza Scuola Lavoro, previsto dalla Legge n.107/2015 e  realizzato da Infocamere, è operativo .

L’iscrizione in detto Registro dell’impresa individuale o collettiva che ambiscono a diventare soggetti ospitanti di studenti dovrà essere effettuata esclusivamente con modalità telematiche.

E’ più che ragionevole ipotizzare che il piccolo imprenditore, nella maggior parte dei casi, rinuncerà ad iscriversi in detto registro poiché sprovvisto delle conoscenze e competenze informatiche necessarie; richiedere l’iscrizione in detto registro per un piccolo imprenditore significherebbe infatti sostenere costi per servizi da richiedere a terzi (studio professionale, organizzazione di categoria).

certificati

La media e grande impresa, al contrario, non avrà alcun tipo di difficoltà nel richiedere in via telematica l’iscrizione nel Registro per  l’Alternanza Scuola Lavoro poiché a detta incombenza potrà provvedere  in completa autonomia all’interno della propria  struttura organizzativa ed amministrativa.

La conseguenza sarà dunque che nel Registro Alternanza scuola-lavoro troveremo iscritte, presumibilmente, soprattutto medie e grandi imprese (banche, assicurazioni, ecc) ma non le pmi che caratterizzano in alcune parti del nostro paese la colonna portante dell’economia locale, apprezzate anche in contesti esteri per le loro produzioni  e/o servizi di eccellenza (anche in ambito sociale e sanitario); sono realtà lavorative dove si respira un clima semplice e familiare che potrebbe arrecare tanti benefici  in tema di alternanza scuola-lavoro, ma che purtroppo, non dispongono di risorse indispensabili per attivare un sistema realisticamente valido di comunicazioni tecnologiche ed informatiche nei confronti dei diversi uffici pubblici preposti.

Anche il mondo scolastico sembra peraltro dimenticare queste realtà dell’economia reale: nel nostro paese gli istituti di istruzione secondaria superiore, pur a distanza di pochi km, hanno sino ad oggi preferito continuare a proporre le stesse tipologie di indirizzi di studio piuttosto che richiedere l’attivazione di nuovi percorsi di istruzione e formazione. Non ci risulta ad esempio che siano mai stati attivati percorsi didattici per formare futuri lavoratori esperti negli adempimenti telematici o digitali che caratterizzano la vita quotidiana di studi professionali, imprese, enti ed associazioni.

Possiamo dunque affermare, parafrasando l’art. 3 della nostra Costituzione, che non tutti sono uguali di fronte all’iscrizione nel Registro Nazionale dell’Alternanza scuola –lavoro e che, ad oggi, non sono state neppure ipotizzate procedure agevolate per rimuovere le difficoltà che, di fatto, impediscono alla piccola impresa di potersi  iscriversi nel Registro per  l’Alternanza Scuola Lavoro

servizi

La conseguenza più immediata sarà che, soprattutto i licei, per i quali l’esperienza dell’alternanza scuola-lavoro costituisce un’autentica novità, troveranno più semplice stipulare accordi con poche grandi realtà societarie, regolarmente iscritte, piuttosto che andare alla ricerca di piccole realtà produttive o piccoli laboratori che potrebbero a pieno titolo fornire il loro apporto  nella formazione tecnico-pratica degli alunni.

Ma c’è di più!

Gli studenti liceali sono digiuni di qualsiasi nozione di diritto-economia che non costituisce ancora materia curriculare in detti corsi di studio: è ipotizzabile dunque che grandi strutture societarie provvedano direttamente loro stesse a formare in proposito gli studenti, con propri addetti non certamente da catalogare nella qualifica professionale degli insegnanti. E con quali garanzie in tema di professionalità docente, di raccordo interdisciplinare, di proposta didattica personalizzata? Si profila dunque un altro e significativo contesto nel quale la Scuola “esternalizza” il proprio servizio affidandosi ad insegnanti e ad insegnamenti “appaltati”, in una direzione assolutamente illegittima e illegale, come da tempo denuncia APIDGE, l’Associazione professionale degli insegnanti di Scienze Giuridiche ed Economiche

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APIDGE pertanto, nel rimarcare l’importanza dell’alternanza scuola-lavoro come disciplina innovativa fondamentale per la “Buona scuola”, CHIEDE che vengano semplificate le procedure previste per l’iscrizione delle piccole e medie imprese nel Registro Nazionale per l’Alternanza Scuola Lavoro, che comunque non comporti aggravio di costi di intermediazione. A tal fine chiede che vengano siglate utili convenzioni tra MIUR e studi professionali o organizzazioni di categoria che consentano la gratuità del servizio reso a favore di tutte le imprese che intendano collaborare con le Scuole in tema di Alternanza scuola-lavoro. Una procedura analoga infatti è stata adottata per il rilascio delle dichiarazioni ISEE, che per l’utente hanno costo zero.

In attesa di tale convenzione, APIDGE  FA APPELLOa tutti i propri associati che esercitano attività di libera professione, di mettersi  a disposizione delle piccole imprese che intendano iscriversi al Registro per  l’Alternanza Scuola Lavoro e fornire il loro contributo a titolo gratuito, stante l’importanza delle finalità perseguite.

APIDGE RIBADISCE la necessità di rendere curriculare l’insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche in tutti gli indirizzi della scuola secondaria superiore, licei compresi, anche al fine di preparare al meglio gli alunni in vista dell’assolvimento dell’esperienza dell’alternanza scuola-lavoro;

APIDGE RECLAMA la necessità di formare gli alunni all’esperienza dell’alternanza scuola-lavoro facendo esclusivo ricorso ai docenti di Diritto e di Economia già in servizio presso la scuola pubblica senza ricorrere alle risorse esterne all’Amministrazione.

APIDGE PROPONE infine l’individuazione, nella Scuola secondaria superiore, di nuovi percorsi didattici che risultino adeguati alle esigenze espressione dell’economia del territorio  e si rapportino direttamente ai princìpi di Legalità e di Sicurezza  nel mondo del Lavoro.

Lorena Olivi, APIDGE MARCHE