Piano Triennale dell’Offerta Formativa a rischio anarchia

Molti collegi dei docenti in questi giorni stanno trovando difficoltà a organizzare un piano progettuale coerente con l’indirizzo da dare alla scuola: in questo contesto il primo parametro da adottare è quello di rimanere in perfetta adesione con le esigenze degli studenti e del territorio. Nelle scuole da anni arrivano tantissime informazioni sulle progettualità formative: in questi giorni si è notato ovunque un aumento esponenziale delle proposte da parte di enti e di soggetti “esterni” al mondo della scuola. Per farvi fronte, qualche scuola si presta ad interpretare il concetto di autonomia in modo autoreferenziale: in attesa che vengano impartite direttive più precise dal MIUR, si consiglia di chiedere sempre la motivazione scritta di qualsiasi delibera possa venire adottata dalle scuole. In assenza di coerenza, crediamo vi siano tutti gli estremi x l’eccesso di potere.

1-team

 La legge sulla Buona scuola prevede l’uso di metodi comunque didattici: insiste sull’apprendimento cooperativo (c. 3), sulla didattica laboratoriale (cc. 7, 60) e sulla scuola digitale (cc. 56-61). Su tali temi i docenti dovranno mettere in campo le loro competenze, oltre che altre più di tipo didattico-organizzativo, tutte da scoprire. Per la compilazione del PTOF il concetto di “potenziamento” non può prescindere dai progetti che abbiano forte impatto sul territorio, ponendo fine a quell’incredibile stillicidio di iniziative formative offerte da enti e soggetti esterni alla scuola, Soltanto chi insegna di professione è in grado di proporre una didattica diversa, legata all’approfondimento critico e multidisciplinare dei saperi.

La legge n.107 del 2015 prevede un controllo ministeriale sui PTOF (c. 13), cioè sulla loro coerenza, sul merito; il controllo è finalizzato all’erogazione delle risorse che le istituzioni scolastiche richiederanno, anche per la verifica comparativa nei diversi territori italiani.