Titoli di accesso alla professione docente e sistema delle equipollenze. La posizione di APIDGE

 

 

Titoli di accesso alla professione docente e sistema delle equipollenze. La posizione di APIDGE

 

Per diventare docenti sono necessari titolo di studio di accesso all’insegnamento e abilitazione all’insegnamento.  E’ di ieri la notizia dell’emendamento approvato dalla commissione Affari costituzionali del Senato grazie al quale il possesso del titolo di laurea magistrale in scienza delle religioni viene considerato equivalente alla laurea magistrale in scienze storiche, scienze filosofiche e in antropologia culturale ed etnologia. I laureati in scienze delle religioni potranno, pertanto, insegnare italiano, storia e geografia nella scuola media, storia e filosofia nei licei e anche italiano e storia negli istituti tecnici.

Un emendamento al DL n.44 del 2021 che detta “Misure urgenti per il contenimento dell’epidemia da COVID-19” e che introduce “nuove procedure per i concorsi pubblici in ragione
dell’emergenza epidemiologica”:  si verrà dunque a creare una equipollenza tra i titoli accademici in Scienza delle Religioni e le lauree di discipline storiche e filosofiche. Si è stabilito di ammettere all’insegnamento anche laureati che prima d’ora non sono mai stati  autorizzati a partecipare a nessuna procedura concorsuale pubblica.

Pur criticando le forme, non entriamo nel merito sulla ratio per cui una misura urgente, avallata dai ministri dell’Università e dell’Istruzione, metterà in cattedra nelle scuole italiane professionalità sin qui adibite a mediatore e a comunicatore religioso, ma intendiamo invece considerare come la neo-introdotta equipollenza apre una giustificata attenzione sul concetto di titoli accademici da considerare equipollenti ai fini dell’insegnamento nelle scuole.

Considerando come l’obiettivo primario di ogni azione politica in tema di Istruzione pubblica debba considerare prioritario l’interesse degli studenti, ci chiediamo ad esempio perché la Commissione Affari Costituzionali del Senato non ha contestualmente considerato  la possibilità di estendere l’ambito di insegnamento in storia ed educazione civica nelle scuole secondarie di I° grado ai docenti abilitati all’insegnamento delle Scienze giuridiche ed economiche (A046), essendo questa una disciplina fondamentale per forgiare i futuri cittadini?

Anni di disinteresse verso i temi della cittadinanza attiva e dell’educazione ai principi economici hanno creato una società priva di interesse e consapevolezza sociale. L’inserimento del diritto e dell’educazione civica in tutti gli ordini di scuola, così come la possibilità per i tanti insegnanti della classe di concorso A046 di prestare la propria attività professionale anche nelle scuole secondarie di I grado per l’insegnamento della storia e dell’educazione civica sarebbe prodromica per una rivoluzione culturale tesa a preparare le ragazze e i ragazzi alle sfide di una società in continua evoluzione, dai principi che regolano la sostenibilità ambientale, alle competenze di cittadinanza consapevole.

Nulla di tutto questo. La disciplina dell’accesso all’insegnamento nelle scuole italiane non può prescindere da una chiara scelta politica di rivedere coralmente e organicamente tutto il sistema delle abilitazioni alla professione docente ed evitare da subito questo genere di soluzioni parziarie e privilegiate. In questo contesto saremo in tanti a rivendicare la dignità che le Scienze giuridiche ed economiche meritano nel mondo della scuola e nella società.