Esternalizzazioni: Apidge Piemonte chiede chiarezza

 

Appello al Sig. Ministro da Apidge Piemonte


Sig. Ministro,

Apidge Piemonte apprende con molto stupore la notizia riportata da molte testate giornalistiche circa la sua intenzione di creare una cabina di regia ad hoc per coordinare le azioni sul tema dell’educazione alla legalità.
Infatti noi docenti di diritto ed economia le ricordiamo che il Ministero dispone già di una serie di strumenti volti a contrastare quella che noi definiamo “l’analfabetismo giuridico ed economico” che realmente caratterizza una elevata fetta di popolazione civile e studentesca.
Gli strumenti che le ricordiamo sono: l’introduzione dello studio dei diritto in ogni ordine e grado di scuole, o quanto meno il ripristino dello studio del diritto in tutte le scuole di secondo grado e lo studio di cittadinanza e Costituzione nelle scuole superiori di primo grado ad opera di docenti abilitati per l’insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche (classe di concorso A046).
Si tratterebbe, se realizzata, di una operazione c.d.“a costo zero” visto che in Italia vi sono ben 18000 docenti abilitati in Scienze giuridiche ed conomiche, molti dei quali non utilizzati a pieno per l’insegnamento del diritto e dell’economia, ma che purtroppo vengono utilizzati per altri scopi e non propriamente per le competenze di cui dispongono. Inoltre, molti di questi docenti abilitati hanno o stanno completando la procedura concorsuale 2018 ma senza avere alcuna speranza di insegnare la discipline per le quali sono stati riconosciuti quali docenti dallo Stato italiano.
Noi concordiamo con Lei quando afferma che “L’educazione è la forma più efficace di prevenzione: in questo la scuola ha una responsabilità enorme” ma, centrale NON è la collaborazione con le Regioni e gli enti locali, ma con gli stessi docenti di diritto i quali sono preparati e competenti a trasmettere non soltanto l’educazione alla legalità ma l’istruzione al diritto e ai diritti, la conoscenza dei principi alla base dell’economia e un approccio critico della realtà.
Purtroppo invece negli ultimi anni si assiste ad un numero elevato di collaborazione e protocolli d’intesa messe in campo dalle Regioni e dagli enti locali, associazioni e Ordini professionali volti a impartire corsi o “giornate di riflessione” sul significato della Costituzione. si tratta di impeghi errati degli spazi di cui ha a disposizione la scuola e che potrebbe invece impiegare per impartire istruzione civica mediante ore curricolari di diritto ed economia.

Le chiediamo: sono veramente efficaci e validi come strumenti di prevenzione i protocolli d’intesa con le regioni ed enti vari? La scuola pubblica vuole investire in questo tipo di azioni solo simboliche di contrasto o vuole porre fine a una confusione su questi temi decidendo una volta per tutte di introdurre lo studio del diritto e dell’economia in ogni ordine e grado di scuola?
Calamendrei ci ricorda: “la nostra Costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in parte è una realtà. In parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno di lavoro da compiere. Quanto lavoro avete da compiere! Quanto lavoro vi sta dinanzi!”
Torino, 6 novembre 2018t2018

 

concittadini apidge

 

Un appello da Apidge Piemonte. La condividiamo ricordando ai nostri colleghi interessati dal fenomeno dell:esternalizzazione dell’insegnamento del Diritto nelle scuole che ESISTE una normativa e una giurisprudenza di riferimento che qui riportiamo per sommi capi:

1) Nota MIUR 34815 del 2 agosto 2017
Fondi Strutturali Europei – Programma Operativo Nazionale “Per la
scuola, competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014 – 2020 –
Attività di formazione – Iter di reclutamento del personale “esperto”
e relativi aspetti di natura fiscale, previdenziale e assistenziale.
Chiarimenti.

2) Circolare n.5 del 2006 Dipartimento della Funzione Pubblica
Linee di indirizzo in materia di affidamento di incarichi esterni e di
collaborazioni coordinate e continuative

3) deliberazione Corte dei Conti n.67 del 28 febbraio 2017

Facciamo rispettare la legge. Rispettate gli insegnanti!