CINQUEMILAQUATTROCENTO tutor per le scuole

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Cinquemilaquattrocento tutor entreranno nelle scuole per “facilitare” i percorsi di Alternanza Scuola Lavoro: l’ANPAL (Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro) cioè assumerà tutti questi signori, il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) li accoglierà tra le mura scolastiche

Non si sa ancora a quale titolo e con quali titoli, ma intanto già 215 di loro, scrivono le agenzie, tra tre mesi inizierà a lavorare in altrettanti istituti scolastici dello Stato, ovviamente retribuiti per questo servizio.

Intanto – ricorda APIDGE (Associazione Professionale degli Insegnanti di Discipline Giuridiche ed Economiche) – più di cinquemila insegnanti, regolarmente in servizio nelle scuole italiane e in possesso di titoli abilitanti per l’insegnamento del Diritto e dell’Economia Politica, ERGO LE BASI DEL LAVORO, stanno inutilmente chiedendo di poter essere utilizzati ad insegnare!

APIDGE denuncia questa inconcepibile notizia, augurandosi che non corrisponda a verità.

 Ezio Sina, Presidente Nazionale Apidge

 

Da “Orizzonte Scuola” del 2 febbraio 2017

Il governo accelera sulla proposta dell’Anpal, la nuova Agenzia nazionale per le politiche attive, per trovare un tutor facilitatore per aiutare i ragazzi a trovare lavoro e a far scendere il tasso di disoccupazione giovanile, che è del 40%.

Ci sarà una prima selezione di 215 “facilitatori” in aprile, da destinare in mille istituti e 30 università a partire dal prossimo anno scolastico. Con l’obiettivo poi di salire a 430 tutor entro il 2018. E a quota mille nel 2019, così da coprire tutte le 5.400 scuole e le 60 università italiane.

L’alternanza scuola-lavoro, gli stage in impresa obbligatori introdotti dalla riforma della Buona Scuola, hanno coinvolto più di un milione di studenti nel 2016. In più ora sarà coinvolta l’Anpal, che si coordinerà con le scuole del territorio e orienterà i ragazzi nelle scelte. L’Agenzia si occuperà di reclutare, selezionare e poi formare i tutor a partire da aprile con i fondi strutturali europei che già finanziavano un analogo piano, gestito da Italia Lavoro e con la collaborazione del MIUR.

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