APIDGE IN COMMISSIONE CULTURA ALLA CAMERA DEI DEPUTATI

IL CONTRIBUTO DI APIDGE PER LA NUOVA EDUCAZIONE CIVICA:

IL DOCUMENTO UFFICIALE

 

Apidge, l’Associazione professionale dei docenti di Scienze Giuridiche ed Economiche, in rappresentanza dei docenti appartenenti alla classe di concorso A046, ha partecipato ad un’audizione in Commissione Cultura alla Camera dei Deputati per dare un fattivo contributo all’esame dei progetti di legge, a firma dei Deputati appartenenti a diverse forze politiche di maggioranza e di opposizione, riguardanti l’introduzione dell’Educazione Civica nelle scuole di ogni ordine e grado. Una seduta breve, quella del 4 aprile, ma molto intensa e partecipata nel dibattito e nei contenuti e sembra qui opportuno ricapitolare i temi più cari esposti da chi rappresenta gli insegnanti di Diritto e di Economia Politica nelle scuole.

 

 

APIDGE ha da subito espresso la raccomandazione che venga prestata la massima attenzione alla tutela degli interessi dello studente e alla realizzazione del diritto allo studio, consacrato nell’art. 34 della Costituzione.

L’Educazione Civica, assurta al rango di disciplina autonoma, deve trovare la sua base scientifica, la sua stessa essenza, nella conoscenza della Carta Costituzionale e dei Documenti su cui si fonda l’Unione Europea: in questo contesto vanno riconosciuti i contenuti e va impostato l’intero impianto disciplinare. Soprattutto in questo particolare momento storico, politico ed economico i giovani hanno sete di conoscere il contesto e le regole su cui basare la loro convivenza civile.  Eppure i dati ci dicono che questa domanda di educazione civica non trova ancora adeguato riscontro nelle nostre scuole: la grande maggioranza degli studenti (81,2%) ritiene che la scuola dovrebbe occuparsi di più di questi temi, considerato che quasi i due terzi degli studenti ha affrontato in modo superficiale, o non ha affrontato per nulla, lo studio della Costituzione Italiana (61,9%). Sono i Licei le scuole che dedicano meno attenzione a queste tematiche: la percentuale di studenti che non seguono sistematicamente “Cittadinanza e Costituzione” a scuola sale al 75% nei Licei Scientifici e al 77,7% nei Licei Classici. Sono invece gli Istituti Tecnici e Professionali a dedicare maggiore attenzione all’Educazione Civica, anche grazie alla trattazione del Diritto come materia curriculare. Questo il responso dell’Indagine TREELLLE sui giovani diplomati del 2016, dove si lamenta anche la mancanza di una “figura responsabile” che sia univocamente identificata per presidiare l’ambito disciplinare.

 

Dall’analisi di gran parte dei progetti di legge in discussione si riconosce  la volontà di ridare dignità all’Educazione Civica quale disciplina specifica, dotata di un monte ore autonomo, con valutazione dell’apprendimento. Tuttavia permane spesso il proposito di mantenere la trasversalità dell’insegnamento e non sempre l’insegnamento sembra essere appannaggio dei docenti competenti in materia giuridica. In taluni progetti di legge sono addirittura previsti corsi di formazione “ad hoc” per insegnanti non specialisti del settore. Attribuire la trasversalità all’insegnamento dell’Educazione Civica o consentire ai singoli organi collegiali di determinarne i contenuti significherebbe nei fatti assicurare per i nostri studenti, veri Destinatari di tale innovazione legislativa, un’istruzione in materia assolutamente superficiale e frammentaria. APIDGE sostiene invece che occorra riconoscere la competenza esclusiva della docenza di Educazione Civica agli insegnanti abilitati appositamente dal Ministero per esercitare funzioni di pubblico ufficiale nella docenza delle discipline afferenti le Scienze giuridiche ed economiche. Non si comprende, pertanto, come l’insegnamento dell’Educazione Civica possa essere affidato ad insegnanti abilitati in altre e diverse discipline curricolari: una scelta che non assicurerebbe un’istruzione qualificata per tutti e produrrebbe diversità di trattamento nei confronti di parte degli studenti, comprimendone l’esercizio del diritto allo studio.

 

 

Un’ulteriore riflesso negativo di tale scelta ricadrebbe nell’aggravio della spesa pubblica al fine di organizzare costosi corsi di formazione per chi non possiede competenze specifiche, atteso che esiste già un consistente numero di docenti specialistici che potrebbero essere destinati all’insegnamento dell’Educazione Civica. Secondo i dati dell’Ufficio Statistica e Studi del MIUR del 18 febbraio 2019 infatti più di 7.000 docenti, abilitati in Scienze giuridiche ed economiche inquadrati nei ruoli dell’Amministrazione, non svolgono attualmente attività di docenza in materia. Si tratta degli insegnanti oggi impegnati dalle Istituzioni scolastiche in attività di potenziamento e/o di sostegno, più spesso comunque in mere sostituzioni di docenti assenti, determinando in tal modo anche una inequivocabile discriminazione tra gli stessi docenti curriculari e extracurriculari e una forma grave di demansionamento per questi ultimi.

E’ forte la preoccupazione di APIDGE se dovesse divenire legge dello Stato quella tra le attuali proposte di legge in cui si delega pressoché integralmente ad un Regolamento dell’Esecutivo l’individuazione di chi dovrà insegnare e la determinazione dei contenuti dell’insegnamento. Non assicurare un profilo chiaro, univoco e unitario alla disciplina metterebbe in grave rischio il Principio costituzionale dell’Istruzione per tutti, inoltre non si intravedrebbe nessuna novità rispetto all’attuale situazione fallimentare in cui versa “Cittadinanza e Costituzione”, quanto agli esiti dell’apprendimento (dati OCSE, Trellle, Almadiploma).

Occorre anche evidenziare l’esperienza già vissuta con la legge n. 169 del 2008 istitutiva di “Cittadinanza e Costituzione”, dove i provvedimenti ministeriali di attuazione hanno totalmente svuotato e disatteso il dettato del Legislatore. La più recente prassi ministeriale ha relegato “Cittadinanza e Costituzione” nella trasversalità degli insegnamenti, conferendole una patente di “istruzione superficiale e frammentaria” : vi è il rischio che tutto il fervore e l’attenzione che si sono levati intorno alla “Nuova Educazione Civica” verrebbero di fatto vanificati. In questa ottica vanno intese le ultime dichiarazioni del Ministro dell’Istruzione che manifesta l’intenzione di non introdurre un’ora aggiuntiva nell’ordinamento scolastico e il proposito di affidare ai singoli Consigli di classe la scelta dei  temi da approfondire, relegando la materia come trasversale rispetto alle “altre discipline”. (“Orizzonte Scuola”,  29.03.2019). Nel pensiero di APIDGE invece, la curvatura giuridico-economica di questa disciplina consentirebbe a tutti gli studenti, anche quelli della Secondaria di primo grado e soprattutto a quelli dei Licei, di poter assolvere in modo più pieno il diritto allo studio e all’istruzione in materia giuridico-economica, abbattendo l’alto tasso di analfabetismo giuridico ed economico, accertato dall’Indagine Treellle 2016 e stimato dal Rapporto 2018 di Alma Diploma nella percentuale dell’61% degli studenti diplomati.

 

Molto problematico appare inoltre oggi l’insegnamento di tale disciplina rispetto all’assetto assunto dall’Esame di Stato, che prevede l’inserimento tra le discipline d’esame anche “Cittadinanza e Costituzione”: nei fatti la materia non appare neppure menzionata nei percorsi scolastici, sono del tutto assenti valutazioni periodiche e finali del profitto e non sono stati configurati parametri oggettivi su cui basare le certificazioni delle competenze.

Il Ministero dell’Istruzione, se avesse seguito le numerose istanze di APIDGE, avrebbe già potuto in qualche modo fare fronte a tali problematiche adottando le indicazioni espresse da questo Ramo del Parlamento in occasione dell’approvazione della Legge n.107 del 2015, attraverso una specifica Raccomandazione (ordine del giorno n.9/02994-B/003), accolta dal Ministro, secondo la quale il MIUR avrebbe dovuto “distribuire” i docenti individuati quali “potenziatori” in modo da assicurare la presenza in tutte le scuole di un docente di Diritto.

In questi giorni dalla Sicilia invece proviene  un importante segnale di attenzione verso il problema dell’analfabetismo giuridico. L’Assessorato alla Cultura e all’Istruzione della Regione Sicilia ha dato avvio ad un tavolo tecnico, unitamente all’Ufficio Regionale Scolastico e ad APIDGE, per dare attuazione all’inserimento nel curriculum territoriale e nell’offerta formativa delle scuole di 2 ore di “Cittadinanza e Costituzione” raccomandandone l’insegnamento ai docenti di Diritto, riconoscendo essenziale questa Disciplina per il perseguimento della Legalità.

 

 

Per APIDGE infine è essenziale che le scuole assicurino la conoscenza dei documenti su cui si fonda l’Unione Europea, il ruolo delle Istituzioni, i principali obiettivi e i valori comuni dell’integrazione, al fine di maturare una significativa consapevolezza delle identità culturali. La promozione di equità, coesione sociale e cittadinanza attiva grazie all’educazione scolastica è infatti uno dei principali obiettivi individuati nel Quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione. Il 22 maggio 2018 il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato la Raccomandazione sulla promozione di valori comuni, di un’istruzione inclusiva e della dimensione europea dell’insegnamento ( 2018/C 195/01), con cui gli Stati membri sono stati chiamati, fra l’altro, a proseguire nell’attuazione degli impegni della dichiarazione di Parigi, in particolare promuovendo l’educazione alla cittadinanza attiva e all’etica, nonché un clima di apertura in classe, per favorire comportamenti tolleranti e democratici, competenze sociali, civiche e interculturali.

 

 

Le Memorie Apidge in: https://www.camera.it/leg18/1347?shadow_organo_parlamentare=2807

 

 

 

2 Risposte a “APIDGE IN COMMISSIONE CULTURA ALLA CAMERA DEI DEPUTATI”

  1. Una vera riforma avrebbe dovuto introdurre lo studio del diritto nelle scuole di ogni ordine e grado ed affidarne l’insegnamento ai docenti specializzati in discipline giuridiche A046 . L’insegnamento dell’educazione civica ritagliata in ore relative ad altre materie e insegnata da docenti che non sono abilitati in discipline giuridiche, non è da considerarsi riforma ma caos ,inutilità totale e impossibilità nel raggiungere lo scopo preposto.

    1. Questa nostra battaglia mira per ora a utilizzare uno spazio specifico che assicuri almeno una prima alfabetizzazione giuridica in tutte le scuole. Il nostro obiettivo infatti è quello di ottenere una revisione dei curricola scolastici di tutti gli indirizzi scolastici della Secondaria al fine di garantire a TUTTI I CITTADINI ITALIANI un’istruzione in Diritto e in Economia Politica, ingegnosamente escogitati nel cosiddetta “Progetto Brocca” (1992), positivamente sperimentati in tantissime scuole, inopinatamente cancellati dalla cd riforma Gelmini (2008). Se condividi, ti invitiamo a collaborare con noi

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